Che significa “la terapia più appropriata”?
Per “appropriatezza terapeutica” significa saper individuare il farmaco più efficace per ogni persona tenendo conto della sua storia clinica, del target glicemico da raggiungere, delle altre malattie presenti, ecc. Perché le persone con diabete non sono tutte uguali, così come i farmaci non sono tutti uguali basandosi su differenti meccanismi di azione.
Qual è l'obiettivo della terapia del diabete?
Lo scopo principale del trattamento farmacologico del diabete di tipo 2 è quello di ridurre la glicemia e l’emoglobina glicata, raggiungendo gli obiettivi terapeutici e minimizzando gli effetti collaterali. Ciò richiede spesso combinazioni di più farmaci. La scelta del farmaco da parte del medico è compiuta considerando le caratteristiche del singolo paziente, valutando se queste possono incidere sul profilo di sicurezza e tollerabilità, se possono condizionarne l’efficacia ipoglicemizzante o se, al contrario, il farmaco può avere effetti favorevoli su eventuali patologie associate al diabete.

Quali sono le terapie per il diabete di tipo 2?
Sono disponibili numerosi farmaci per il trattamento del diabete di tipo 2, l’importante è ricordare che qualsiasi sia la terapia i farmaci devono sempre essere assunti su prescrizione e sotto il controllo del medico.
Biguanidi
La metformina attualmente è l’unico farmaco, appartenente a questa classe, disponibile in Italia. Agisce aumentando l’azione dell’insulina esistente e, di conseguenza, riduce la glicemia perché riduce la produzione di glucosio da parte del fegato (gluconeogenesi) e stimola il tessuto muscolare e gli altri tessuti insulino-dipendenti a catturare e utilizzare il glucosio.
Inibitori dell’alfa-glucosidasi
I farmaci di questa famiglia agiscono rendendo più lento l’assorbimento dei carboidrati ingeriti con l’alimentazione, con conseguente riduzione dell’escursione glicemica post-prandiale.
Glitazoni (Tiazolidinedioni)
I glitazoni agiscono aumentando la sensibilità all’insulina dei muscoli e del fegato e riducendo la produzione epatica di glucosio. Questi farmaci hanno anche un effetto sul metabolismo delle lipoproteine, con un aumento del colesterolo HDL “buono”, una riduzione dei trigliceridi, un abbassamento della pressione arteriosa. Inoltre, hanno un’azione insulino-sensibilizzante in quanto migliorano la risposta del tessuto muscolare ed epatico rispetto all’insulina.
Sulfaniluree
Sono farmaci che stimolano la produzione di insulina da parte del pancreas, stimolando le cellule beta. Perché facciano effetto è necessario che le cellule deputate alla produzione di insulina siano ancora presenti, ed in numero adeguato. Esistono sulfaniluree di prima (non più usate), seconda e terza generazione, che si differenziano per durata e intensità di azione.
Segretagoghi non sulfanilureici
Anche questi farmaci stimolano le cellule beta del pancreas a produrre più insulina ma rispetto alle sulfaniluree hanno un’azione più rapida ma meno duratura. Si possono prendere subito prima dei pasti.
Insulina
Il trattamento insulinico è necessario quando gli altri approcci terapeutici risultano inefficaci nel mantenere un buon controllo glicometabolico e, in via temporanea, in presenza di malattie intercorrenti o nel periodo perioperatorio. Nel caso di donne in gravidanza e affette da diabete di tipo 2, la somministrazione di insulina è il trattamento di scelta quando la sola dieta non si dimostra in grado di mantenere un adeguato controllo glicemico. Sia le preparazioni ad azione pronta che quelle ad azione ritardata trovano un loro razionale impiego sia in monoterapia, sia associate all’uso di antidiabetici orali. Nel diabete di tipo 2, la terapia insulinica è inizialmente aggiunta alla terapia orale per essere poi, laddove necessario, adattata o intensificata.
Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi -4 (DPP-4 inibitori)
Questi farmaci agiscono inibendo l’azione dell’enzima DPP-4. Questa inibizione fa sì che le incretine (ovvero gli ormoni intestinali GLP-1 e GIP), naturalmente prodotte dall’organismo, permangano a concentrazioni più elevate, per un periodo più lungo, favorendo il conseguente aumento dello stimolo di secrezione insulinica. Hanno un meccanismo d'azione glucosio-dipendente, vale a dire che il farmaco "entra in azione" solo quando necessario.
Analoghi del glucagon-like peptide 1 (agonisti del recettore del GLP-1)
Anche chiamati incretino-mimetici sono analoghi non degradabili del GLP-1 umano e svolgono la stessa funzione glicoregolatoria, rimanendo però attivi molto più a lungo. Essi agiscono aumentando la secrezione insulinica, riducendo la produzione di glucagone e rallentando lo svuotamento gastrico. Hanno inoltre un effetto positivo sulla perdita di peso.
Inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2 inibitori)
Questi farmaci agiscono riducendo il riassorbimento del glucosio che viene filtrato dal rene e, di conseguenza, abbassano i livelli della glicemia attraverso l’aumento della glicosuria e cioè con la perdita di glucosio attraverso le urine. Possono essere utilizzati solo quando la funzione renale è buona o al massimo poco alterata. Incidono in modo apprezzabile sul calo del peso corporeo e anche della pressione arteriosa.
Perché a volte il medico cambia la terapia e aggiunge farmaci?
L’obiettivo della terapia, è bene ricordarlo sempre, è quello di portare e mantenere sotto i livelli desiderati l’emoglobina glicata. Se una terapia non riesce in questo obiettivo potrebbe essere il caso di cambiarla o di associarle uno o più farmaci.
Posso decidere io come adattare la mia terapia?
Assolutamente no! L’adesione alla terapia antidiabetica è uno dei principali fattori che fanno sì che il diabete sia sotto controllo e che si vada meno incontro a complicanze. Il “fai da te” è da evitare nel modo più assoluto. E non si tratta solo di seguire esattamente le indicazioni e le prescrizioni del medico riguardo ai farmaci (cosa importantissima) ma anche i suoi consigli rispetto alla dieta, all’attività fisica, ecc. Piuttosto che fare dei cambiamenti di testa propria è meglio parlare con il medico di ciò che non va o di cosa si vorrebbe modificare e trovare insieme una soluzione che non metta a rischio la salute.